Semine di mais ai minimi storici in Francia
In Francia, primo produttore di mais a livello Europeo, le semine sono date ai minimi da oltre vent’anni secondo le analisi del Ministero dell’agricoltura d’Oltralpe.
I bassi prezzi internazionali, i livelli di resa largamente inferiori alle attese nel bilancio delle ultime due campagne e, soprattutto, un andamento meteorologico sfavorevole, con la prolungata assenza di piogge che ha reso meno attraenti e più difficoltose le operazioni di semina primaverili, sono i fattori che spiegano la svolta negativa degli investimenti francesi (Fonte: L’Informatore Agrario).
In tutto 1,45 milioni di ettari, minimo dal 1993, che determinano in un anno una perdita di oltre 2 punti percentuali. D’altro canto – spiegano gli analisti di Agreste, l’ufficio statistico del Ministero dell’agricoltura di Parigi – i rendimenti di appena 8,41 tonnellate per ettaro nel 2016 e di 8,25 tonnellate l’anno precedente, rispetto a una resa media di 10,4 tonnellate conseguita nel 2013, non rappresentano uno stimolo, ma piuttosto un forte disincentivo per gli agricoltori, riluttanti a seminare mais su terreni che quest’anno non presentano un adeguato livello di umidità.
Stime positive per il resto dell’UE
Eppure, se si guarda a tutta l’area dell’Unione europea, la previsione è positiva, con poco meno di 9 milioni di ettari contro gli 8,5 milioni dell’anno scorso. Le proiezioni della Commissione europea anticipano in tutta l’area dell’Est europeo un aumento di superfici a mais, con incrementi, seppure modesti, in Ungheria, Romania e Polonia. Anche in Italia l’Istat valuta una leggera crescita delle aree seminate nell’ordine dell’1%, che porterebbe la superficie 2017 sui 667.000 ha.
Sulla base di queste valutazioni di semina, la produzione di mais nell’Unione europea potrebbe arrivare a 63,5 milioni di tonnellate, stima l’Usda, un volume superiore a quello delle due annate precedenti, ma inferiore al record di quasi 76 milioni di tre anni fa.
I Ventotto manterranno un ruolo di importatori netti pur esportando, rispetto all’ultima annata, un quantitativo maggiore, stimato attorno a 2,5 milioni di tonnellate. Le importazioni di mais, stimolate dalle vendite a sconto dell’Ucraina e del Sud America, si porteranno tra luglio 2017 e giugno dell’anno prossimo a quota 14 milioni di tonnellate, facendo segnare un aumento di 900.000 tonnellate rispetto al 2016-2017.
In Francia, primo produttore di mais a livello Europeo, le semine sono date ai minimi da oltre vent’anni secondo le analisi del Ministero dell’agricoltura d’Oltralpe.
I bassi prezzi internazionali, i livelli di resa largamente inferiori alle attese nel bilancio delle ultime due campagne e, soprattutto, un andamento meteorologico sfavorevole, con la prolungata assenza di piogge che ha reso meno attraenti e più difficoltose le operazioni di semina primaverili, sono i fattori che spiegano la svolta negativa degli investimenti francesi (Fonte: L’Informatore Agrario).
In tutto 1,45 milioni di ettari, minimo dal 1993, che determinano in un anno una perdita di oltre 2 punti percentuali. D’altro canto – spiegano gli analisti di Agreste, l’ufficio statistico del Ministero dell’agricoltura di Parigi – i rendimenti di appena 8,41 tonnellate per ettaro nel 2016 e di 8,25 tonnellate l’anno precedente, rispetto a una resa media di 10,4 tonnellate conseguita nel 2013, non rappresentano uno stimolo, ma piuttosto un forte disincentivo per gli agricoltori, riluttanti a seminare mais su terreni che quest’anno non presentano un adeguato livello di umidità.
Stime positive per il resto dell’UE
Eppure, se si guarda a tutta l’area dell’Unione europea, la previsione è positiva, con poco meno di 9 milioni di ettari contro gli 8,5 milioni dell’anno scorso. Le proiezioni della Commissione europea anticipano in tutta l’area dell’Est europeo un aumento di superfici a mais, con incrementi, seppure modesti, in Ungheria, Romania e Polonia. Anche in Italia l’Istat valuta una leggera crescita delle aree seminate nell’ordine dell’1%, che porterebbe la superficie 2017 sui 667.000 ha.
Sulla base di queste valutazioni di semina, la produzione di mais nell’Unione europea potrebbe arrivare a 63,5 milioni di tonnellate, stima l’Usda, un volume superiore a quello delle due annate precedenti, ma inferiore al record di quasi 76 milioni di tre anni fa.
I Ventotto manterranno un ruolo di importatori netti pur esportando, rispetto all’ultima annata, un quantitativo maggiore, stimato attorno a 2,5 milioni di tonnellate. Le importazioni di mais, stimolate dalle vendite a sconto dell’Ucraina e del Sud America, si porteranno tra luglio 2017 e giugno dell’anno prossimo a quota 14 milioni di tonnellate, facendo segnare un aumento di 900.000 tonnellate rispetto al 2016-2017.