Rialzo in vista per i prezzi internazionali del mais
Poco importa se piogge e temperature inferiori alla media abbiano ostacolato la semina e lo sviluppo del mais coltivato dagli agricoltori del MidWest degli Stati Uniti: i prezzi, nel corso degli ultimi tre mesi, si sono mantenuti a livelli contenuti con una notevole ostinazione.
Il quadro, tuttavia, potrebbe subire repentini cambiamenti, soprattutto con un inizio d’estate connotato da condizioni climatiche all’insegna di temperature elevate e siccità.
Questo quanto segnala un interessante Report pubblicato da Commodities Trading, che potete leggere di seguito.
Il contratto luglio 2017, guidato dai timori relativi agli sviluppi meteo, ha superato la fascia di prezzo compresa tra 3,6 e 3,8 dollari per bushel ed il contratto dicembre 2017 (nuovo raccolto) si è portato al di sopra di quota 400 USd/bu per la prima volta dai primi giorni di marzo.
Sino ad ora i prezzi del mais si sono mostrati particolarmente riluttanti ad intraprendere la strada del rialzo a seguito delle condizioni climatiche e questo a fronte di una stagione di semina trascorsa all’insegna di temperature basse e precipitazioni intense in buona parte della Corn Belt ed a fronte di condizioni dei raccolti che non si presentano buone come negli anni passati.
L’esitazione dei potenziali acquirenti è comprensibile, pensiamo all’anno passato: si è fatto un gran parlare di siccità, di danni ai raccolti di acri persi e poi? Poi precipitazioni più che intense si sono abbattute sulle aree coltivate innescando una corsa al rialzo della resa per acro che ha stabilito un nuovo record assoluto…
Ora la situazione non pare poi così diversa, con gli analisti di settore che ci parlano di due mesi (luglio ed agosto 2017) che probabilmente saranno caratterizzati da siccità e caldo, proprio nel periodo in cui il mais entrerà nella fase di “filling” (riempimento): le possibilità per un rialzo ci sono tutte, ma il mercato ha paura, almeno per ora.
Ci potrebbe volere un po’di tempo per rivedere i compratori all’opera e di altrettanto tempo necessiteranno gli analisti per riguadagnarsi la fiducia degli investitori, ma pare che qualcosa si stia muovendo, almeno a breve termine.
Influenza del meteo USA sul possibile rialzo dei prezzi
La prima “Atmospherich Ridge”, ossia un espandersi dell’alta pressione sta per interessare la Corn Belt e, con tutte le probabilità, questo accadrà nel corso del fine settimana, evento che si tradurrà in condizioni climatiche caratterizzate da siccità e caldo; a minare possibili incrementi di prezzo derivanti da questa previsione meteo a breve termine, sono le proiezioni che arrivano sino alla metà circa della prossima settimana, che mostrano un possibile ritorno delle piogge nel MidWest ma, se questa seconda ipotesi non dovesse trovare conferma, allora potremo assistere ad un protrarsi del rialzo delle quotazioni del mais.
Lasciando per un attimo da parte il clima estivo e la meteorologia, la statistica evidenzia come una stagione di semina attinta da precipitazioni eccessive possa tradursi in una resa sotto tono.
Nel corso degli ultimi 50 anni in occasione dei 20 mesi più “umidi” nel periodo che va da aprile a maggio, ben 13 di essi si sono tradotti in una resa finale di mais al di sotto delle medie per oltre l’1%; in tre anni la contrazione della resa è stata compresa tra lo 0% e l’1% ed in quattro occasioni si è assistito ad una resa superiore.
I mesi di aprile e maggio 2017 si classificano come i quinti maggiormente attinti da precipitazioni nel corso degli ultimi 50 anni nell’intera Corn Belt, mentre solamente una tra le 10 primavere maggiormente interessate da precipitazioni elevate si è tradotta in un aumento della produzione nel corso della tarda estate. Estendendo il discorso a 20 anni si notano i dati relativi agli anni 2004 e 1982, che mostrano una resa tra le migliori di sempre, anche se le precipitazioni della primavera 2017 sono state nettamente superiori.
In varie zone della Corn Belt si evidenziano già alcune preoccupazioni e le condizioni potrebbero anche peggiorare nel corso dei prossimi giorni.
Il rating dei raccolti nella Corn Belt orientale sono al di sotto dei livelli medi nonchè inferiori rispetto all’anno passato, con la primavera eccessivamente attinta da precipitazioni che in Illinois, Indiana ed Ohio ha costretto gli agricoltori locali ad effettuare alcuni reimpianti.
Per dovere di cronaca si ricorda che rating non eccelsi in questo periodo non si traducono per forza di cose in una effettiva contrazione della resa, ma quel che è certo è che aumentano la pressione e rendono sempre più necessario un clima ottimale.
Nonostante le precipitazioni primaverili, molte aree della Corn Belt orientale necessitano di ulteriori piogge ed anche nelle pianure settentrionali si evince la possibilità di un manifestarsi della siccità.
Si guarda ora alla prossima settimana e se i modelli meteo dovessero confermare precipitazioni tra mercoledì e giovedì, allora è probabile che assisteremo ad un ritorno della pressione sui prezzi sino ad una nuova manifestazione climatica avversa.
Poco importa se piogge e temperature inferiori alla media abbiano ostacolato la semina e lo sviluppo del mais coltivato dagli agricoltori del MidWest degli Stati Uniti: i prezzi, nel corso degli ultimi tre mesi, si sono mantenuti a livelli contenuti con una notevole ostinazione.
Il quadro, tuttavia, potrebbe subire repentini cambiamenti, soprattutto con un inizio d’estate connotato da condizioni climatiche all’insegna di temperature elevate e siccità.
Questo quanto segnala un interessante Report pubblicato da Commodities Trading, che potete leggere di seguito.
Il contratto luglio 2017, guidato dai timori relativi agli sviluppi meteo, ha superato la fascia di prezzo compresa tra 3,6 e 3,8 dollari per bushel ed il contratto dicembre 2017 (nuovo raccolto) si è portato al di sopra di quota 400 USd/bu per la prima volta dai primi giorni di marzo.
Sino ad ora i prezzi del mais si sono mostrati particolarmente riluttanti ad intraprendere la strada del rialzo a seguito delle condizioni climatiche e questo a fronte di una stagione di semina trascorsa all’insegna di temperature basse e precipitazioni intense in buona parte della Corn Belt ed a fronte di condizioni dei raccolti che non si presentano buone come negli anni passati.
L’esitazione dei potenziali acquirenti è comprensibile, pensiamo all’anno passato: si è fatto un gran parlare di siccità, di danni ai raccolti di acri persi e poi? Poi precipitazioni più che intense si sono abbattute sulle aree coltivate innescando una corsa al rialzo della resa per acro che ha stabilito un nuovo record assoluto…
Ora la situazione non pare poi così diversa, con gli analisti di settore che ci parlano di due mesi (luglio ed agosto 2017) che probabilmente saranno caratterizzati da siccità e caldo, proprio nel periodo in cui il mais entrerà nella fase di “filling” (riempimento): le possibilità per un rialzo ci sono tutte, ma il mercato ha paura, almeno per ora.
Ci potrebbe volere un po’di tempo per rivedere i compratori all’opera e di altrettanto tempo necessiteranno gli analisti per riguadagnarsi la fiducia degli investitori, ma pare che qualcosa si stia muovendo, almeno a breve termine.
Influenza del meteo USA sul possibile rialzo dei prezzi
La prima “Atmospherich Ridge”, ossia un espandersi dell’alta pressione sta per interessare la Corn Belt e, con tutte le probabilità, questo accadrà nel corso del fine settimana, evento che si tradurrà in condizioni climatiche caratterizzate da siccità e caldo; a minare possibili incrementi di prezzo derivanti da questa previsione meteo a breve termine, sono le proiezioni che arrivano sino alla metà circa della prossima settimana, che mostrano un possibile ritorno delle piogge nel MidWest ma, se questa seconda ipotesi non dovesse trovare conferma, allora potremo assistere ad un protrarsi del rialzo delle quotazioni del mais.
Lasciando per un attimo da parte il clima estivo e la meteorologia, la statistica evidenzia come una stagione di semina attinta da precipitazioni eccessive possa tradursi in una resa sotto tono.
Nel corso degli ultimi 50 anni in occasione dei 20 mesi più “umidi” nel periodo che va da aprile a maggio, ben 13 di essi si sono tradotti in una resa finale di mais al di sotto delle medie per oltre l’1%; in tre anni la contrazione della resa è stata compresa tra lo 0% e l’1% ed in quattro occasioni si è assistito ad una resa superiore.
I mesi di aprile e maggio 2017 si classificano come i quinti maggiormente attinti da precipitazioni nel corso degli ultimi 50 anni nell’intera Corn Belt, mentre solamente una tra le 10 primavere maggiormente interessate da precipitazioni elevate si è tradotta in un aumento della produzione nel corso della tarda estate. Estendendo il discorso a 20 anni si notano i dati relativi agli anni 2004 e 1982, che mostrano una resa tra le migliori di sempre, anche se le precipitazioni della primavera 2017 sono state nettamente superiori.
In varie zone della Corn Belt si evidenziano già alcune preoccupazioni e le condizioni potrebbero anche peggiorare nel corso dei prossimi giorni.
Il rating dei raccolti nella Corn Belt orientale sono al di sotto dei livelli medi nonchè inferiori rispetto all’anno passato, con la primavera eccessivamente attinta da precipitazioni che in Illinois, Indiana ed Ohio ha costretto gli agricoltori locali ad effettuare alcuni reimpianti.
Per dovere di cronaca si ricorda che rating non eccelsi in questo periodo non si traducono per forza di cose in una effettiva contrazione della resa, ma quel che è certo è che aumentano la pressione e rendono sempre più necessario un clima ottimale.
Nonostante le precipitazioni primaverili, molte aree della Corn Belt orientale necessitano di ulteriori piogge ed anche nelle pianure settentrionali si evince la possibilità di un manifestarsi della siccità.
Si guarda ora alla prossima settimana e se i modelli meteo dovessero confermare precipitazioni tra mercoledì e giovedì, allora è probabile che assisteremo ad un ritorno della pressione sui prezzi sino ad una nuova manifestazione climatica avversa.