Raccolta

Nello stadio R6, quello nel quale si è raggiunta la maturazione fisiologica, si ha anche il successivo sottostadio di perdita dell’umidità della granella. Nei comprensori maidicoli italiani con ibridi di classe piena, questo stadio si raggiunge intorno alla prima settimana di settembre, quando le condizioni climatiche (umidità dell’aria in particolare) non favoriscono la rapida perdita di umidità della granella. Spesso, per perdere 5-6 punti di umidità occorrono 10-12 giorni (mezzo punto per giorno), mentre successivamente, per arrivare a umidità più ridotte, cioè del 22-25%, sono necessari, in condizioni stagionali medie, 20 o più giorni.

Dalla formazione del punto nero al momento della raccolta si lasciano intercorrere circa 35-40 giorni per la perdita di umidità della granella. Ciò costituisce un rischio sia per le produzioni sia per la qualità delle stesse. Il rischio per la produzione è dato dallo stroncamento delle piante causato dalla piralide e dal marciume dello stocco; per la qualità, da attacchi di funghi tossigeni presenti sia con andamenti caldo umidi (Fusarium verticilloides) sia con andamenti freddi e piovosi (Fusarium graminearum). Inoltre, a causa degli attacchi della piralide, sulla spiga si trovano granelli compromessi nella loro integrità. Ciò significa che, per stabilire il momento di raccolta, è opportuno trovare un compromesso tra i maggiori oneri di essiccazione e la garanzia di produrre una buona qualità. La granella di mais non è mai raccolta secca e cioè tale da poter essere conservata senza aver subito un qualsiasi trattamento di essiccazione, infatti la presenza del tutolo, sempre più umido, della granella impedisce che l’umidità della stessa scenda al di sotto del 16%, tasso minimo necessario per una buona conservazione nei sili moderni (frigoconservazione o atmosfera controllata), pertanto la granella dovrà essere essiccata. Il mais potrebbe essere raccolto subito dopo la maturazione fisiologica, ma a parte i danni (rotture) che si avrebbero sulla granella, provocati dagli organi della mietitrebbia data l’elevata umidità (32-35%) si ha interesse, come visto prima, che la granella perda umidità con la pianta in piedi, ma alle condizioni già esposte.

Con una raccolta relativamente precoce (umidità della granella del 25-28%) si hanno i costi di essiccazione alti, ma si evitano altri inconvenienti che si verificano con una raccolta tardiva: allettamento, stroncamento, attacco di parassiti, ritardo nei lavori preparatori delle colture che seguono. La raccolta meccanica che ha ovunque rimpiazzato quella manuale (almeno nei Paesi a maiscoltura avanzata) viene effettuata con mietitrebbia e viene fatta seguire immediatamente dall’essiccazione. Per una corretta conservazione nei sili non condizionati e prevenire fermentazioni e ammuffimenti, l’umidità dovrebbe essere intorno al 13%. La granella umida può essere insilata per produrre i cosiddetti pastoni o conservata in azienda tal quale dopo aver effettuato trattamenti antifungini (per esempio con acido propionico, non più usato però per ragioni economiche). Per la preparazione del pastone di granella, la stessa viene raccolta al 30-32% di umidità.

La raccolta meccanica della spiga è effettuata solo per la produzione del seme o per i mais speciali da destinare all’alimentazione umana, o ancora quando la spiga intera, dopo la macinazione, deve essere insilata per essere destinata all’alimentazione del bestiame. Le spighe da insilare dopo macinazione possono essere raccolte con una mietitrebbiatrice dotata di attrezzature che effettuano la macinazione direttamente in campo. Un tempo, l’essiccazione delle spighe veniva fatta direttamente all’aria sistemandole a festoni sui muri dei fabbricati rurali o in appositi cassoni, mentre la sgranatura veniva effettuata sempre a mano ogni volta che era necessario utilizzare la granella. Attualmente, in Italia, la granella secca di mais convenzionalmente ha una umidità ammessa del 14,5% (Contratto nazionale n. 103). Tuttavia, per una corretta conservazione negli impianti non condizionati, per evitare rischi di ammuffimento, l’umidità di conservazione dovrebbe essere intorno al 13%.

Tratto da: “Il mais” – Coltura & Cultura, AA.VV., Script Edizioni

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2024 Assomais, tavolo di confronto per la filiera maidicola • Credits Slowmedia