Prezzi mondiali del mais, cosa aspettarsi: la parola all'esperto

In questo periodo dell’anno, a poche settimane dalle semine di mais e/o soia, l’attenzione degli addetti al settore e degli agricoltori è catalizzata, ovviamente, dalle prospettive di mercato. La redazione di Commodities Trading ha realizzato su questo tema una intervista esclusiva a Ted Seifried, analista finanziario della Zaner Ag Hedge Group specializzato nei mercati agricoli, della quale vi riportiamo un breve estratto (a questo link l’intervista completa).

«Risulta difficile mostrare entusiasmo verso i prezzi del dei cereali ed allo stato attuale non credo che le quotazioni possano crescere facilmente, soprattutto con l’ultimo Report WASDE che ha evidenziato un incremento delle scorte sia negli USA sia a livello globale. Probabilmente assisteremo ad un trend stabile sino al 30 marzo, quando l’USDA divulgherà i primi dati relativi alle superfici investite a cereali nel 2016, ma sarà indispensabile osservare da vicino gli spread al fine di ottenere indizi su una futura direzione del mercato. Per quanto concerne i mercati in generale abbiamo dei prezzi del petrolio che continuano a gravitare a livelli decisamente bassi trascinando con se i prezzi della benzina e, non ultimo, le scorte di etanolo ristagnano a livelli decisamente elevati. Può essere considerato un vecchio assioma, ma ci vorrà qualcosa di grosso per cambiare la direzione dei prezzi del comparto cereali.
Con il crollo delle materie prime, l’attenzione si focalizza sugli agricoltori statunitensi, con la forza relativa del Dollaro che da un segnale di come le semine siano sempre più intense e questo vale sia per il Sud America che per l’Europa, il Mar Nero ed il Canada.
Gli attuali prezzi di Mais e Soia sono a livelli decisamente bassi e questo potrebbe indurre a pensare ad una contrazione della superficie seminata con queste due colture: siamo di fronte all’elemento che catalizza l’attenzione degli operatori, ma allo stato attuale sembra che le quotazioni non siano in una fase di sofferenza tale da far propendere ad una riduzione delle aree oggetto di semina.
Chiaramente un elemento di rilievo rimangono le condizioni climatiche: in Sud America abbiamo avuto più di un problema con un clima favorevole alle coltivazioni che sarà in grado di condurre verso un raccolto particolarmente florido, mentre in SudAfrica la siccità indotta da El Nino ha avuto un impatto letteralmente disastroso sulle coltivazioni. Il Nord America è stato oggetto di un clima particolarmente mite, ma El Nino potrebbe trasformarsi in La Nina, pattern climatico in grado di impattare negativamente sui raccolti di Nord America ed Europa Occidentale (vedi articolo precedente), ma anche qui abbiamo un problema: gli effetti de La Nina si manifesteranno solo più avanti nel tempo, per la precisione quando il raccolto del 2016 sarà già stato effettuato (N.D.R.: in conseguenza di ciò l’impatto sui prezzi sarà limitato). Tentare di prevedere gli impatti climatici è sempre difficile e nel 2016 tale difficoltà è destinata a rimanere».

Si ringrazia Gabriele Picello di Commodities Trading per la collaborazione

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Tutte le risposte dell'esperto


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2024 Assomais, tavolo di confronto per la filiera maidicola • Credits Slowmedia