Prezzi ancora in aumento per il mais
Continua la tendenza positiva per i prezzi del mais sia sulle piazze nazionali, sia su quelle internazionali. La scorsa settimana le piazze italiani hanno segnato +3 euro/t: a Milano il prodotto con caratteristiche superiori quota ora 190 euro/t e il prodotto convenzionale 186,50 euro/t; a Bologna il mais nazionale vale 187 euro/t.
Merito dell’incremento è in larga parte legato all’andamento dei mercati esteri: sul Cbot il future di luglio ha chiuso venerdì a 412,6 cent/bushel (146,19 euro/t); la soglia dei 4 dollari/bushel era stata oltrepassata già lo scorso mercoledì. Sul Matif il future di giugno ha chiuso venerdì a 171,25 euro/t. Stando a quanto riporta il sito Obiettivo Cereali i mercati sono influenzati soprattutto dalle notizie che vengono dall’Argentina, dove il raccolto procede molto a rilento.
A tal proposito vale la pena citare lo scenario tratteggiato dall’Igc, l’International grains council, nel Market report di maggio, pubblicato nei giorni scorsi. Saranno i frumenti, in particolare, a generare un surplus nella campagna di commercializzazione 2016/17 mentre per il mais – recita il Report – si prevede al contrario un sostanziale equilibrio tra fabbisogni e raccolti, che avrà un impatto probabilmente minore sui prezzi.
Tra frumenti e cereali foraggeri si arriverà, da qui a un anno, con un livello di scorte nei centri di stoccaggio mondiali ai massimi storici, segnala l’Igc. Saranno 474 milioni di tonnellate, nel bilancio di fine campagna 2016-2017, ben 6 milioni in più del dato di inizio stagione.
Quello che sembra scontato è che nei prossimi 12 mesi, a partire da luglio, si avrà a un consumo di cereali su scala globale (per la seconda volta sopra la soglia dei 2 miliardi di tonnellate tra impieghi alimentari, foraggeri e industriali) che, seppure robusto e in crescita anno su anno, non riuscirà ad assorbire per intero la nuova produzione.
Continua la tendenza positiva per i prezzi del mais sia sulle piazze nazionali, sia su quelle internazionali. La scorsa settimana le piazze italiani hanno segnato +3 euro/t: a Milano il prodotto con caratteristiche superiori quota ora 190 euro/t e il prodotto convenzionale 186,50 euro/t; a Bologna il mais nazionale vale 187 euro/t.
Merito dell’incremento è in larga parte legato all’andamento dei mercati esteri: sul Cbot il future di luglio ha chiuso venerdì a 412,6 cent/bushel (146,19 euro/t); la soglia dei 4 dollari/bushel era stata oltrepassata già lo scorso mercoledì. Sul Matif il future di giugno ha chiuso venerdì a 171,25 euro/t. Stando a quanto riporta il sito Obiettivo Cereali i mercati sono influenzati soprattutto dalle notizie che vengono dall’Argentina, dove il raccolto procede molto a rilento.
A tal proposito vale la pena citare lo scenario tratteggiato dall’Igc, l’International grains council, nel Market report di maggio, pubblicato nei giorni scorsi. Saranno i frumenti, in particolare, a generare un surplus nella campagna di commercializzazione 2016/17 mentre per il mais – recita il Report – si prevede al contrario un sostanziale equilibrio tra fabbisogni e raccolti, che avrà un impatto probabilmente minore sui prezzi.
Tra frumenti e cereali foraggeri si arriverà, da qui a un anno, con un livello di scorte nei centri di stoccaggio mondiali ai massimi storici, segnala l’Igc. Saranno 474 milioni di tonnellate, nel bilancio di fine campagna 2016-2017, ben 6 milioni in più del dato di inizio stagione.
Quello che sembra scontato è che nei prossimi 12 mesi, a partire da luglio, si avrà a un consumo di cereali su scala globale (per la seconda volta sopra la soglia dei 2 miliardi di tonnellate tra impieghi alimentari, foraggeri e industriali) che, seppure robusto e in crescita anno su anno, non riuscirà ad assorbire per intero la nuova produzione.