Danni fogliari e perdite produttive: come stimarli
Quanto devono essere estesi i danni sulle foglie del mais per determinare un calo produttivo alla raccolta? Questo è l’interrogativo più diffuso in questo periodo per chi coltiva cereali e il mais non fa eccezione, anzi. Anche i colleghi statunitensi se lo chiedono e per cercare di aiutare a capire come orientarsi vi proponiamo la sintesi tradotta di un articolo pubblicato su Farmprogress.
Sulla base della Guida edita dalla Purdue University bisogna considerare che anche se l’impatto di determinate fisiopatie o insetti sulla resa al raccolto è limitato, il margine di guadagno oggi è così sottile che vale sempre la pena fare delle considerazioni.
Stima della “perdita fogliare”
Il tessuto fogliare che imbrunisce a causa della malattie è tessuto perso: secondo i dati della Purdue University una lesione superficiale rappresenta un danno del 5%.
Più lesioni di dimensioni maggiori, alcune delle quali anche raggruppate, rappresentano un danno del 25%. Più lesioni ancora portano al percentuale di danno al 50%.
I tecnici Usa raccomandano di controllare diverse aree del campo, non un punto unico, per stimare meglio la percentuale di foglie perse a causa delle malattie, la cui diffusione, infatti, non è necessariamente uniforme.
Altro aspetto importante è quello di determinare la perdita fogliare/pianta valutando tutte le foglie della pianta stessa e non solo le due-tre più affette. Se una foglia è danneggiata al 25% e un’altra è integra si fa la media.
Una volta che si è stimata la percentuale di tessuto fogliare perso a causa delle lesioni da fitopatie si può utilizzare la figura riportata qui sotto per determinare la perdita potenziale di produzione.
Facciamo un esempio: una pianta di mais alla 12° foglia con 25% di superficie fogliare persa si può tradurre in una perdita potenziale di produzione minima del 2%. Ovviamente con il procedere dello sviluppo della pianta verso la fioritura questa percentuale è destinata ad aumentare: se alla fioritura il 25% di superficie fogliare è andata persa è lecito attendersi una perdita produttiva del 9%.
Se la media di danno è del 25% si è ancora in tempo per effettuare trattamenti. Se il danno stimato è del 50% alla fioritura o se si arriverà a questa percentuale in caso si sia deciso di non trattare, il calo produttivo può superare il 30%. Il messaggio è chiaro: è essenziale prestare particolare attenzione ai danni appena si vedono in campo per poter agire tempestivamente.
Quanto devono essere estesi i danni sulle foglie del mais per determinare un calo produttivo alla raccolta? Questo è l’interrogativo più diffuso in questo periodo per chi coltiva cereali e il mais non fa eccezione, anzi. Anche i colleghi statunitensi se lo chiedono e per cercare di aiutare a capire come orientarsi vi proponiamo la sintesi tradotta di un articolo pubblicato su Farmprogress.
Sulla base della Guida edita dalla Purdue University bisogna considerare che anche se l’impatto di determinate fisiopatie o insetti sulla resa al raccolto è limitato, il margine di guadagno oggi è così sottile che vale sempre la pena fare delle considerazioni.
Stima della “perdita fogliare”
Il tessuto fogliare che imbrunisce a causa della malattie è tessuto perso: secondo i dati della Purdue University una lesione superficiale rappresenta un danno del 5%.
Più lesioni di dimensioni maggiori, alcune delle quali anche raggruppate, rappresentano un danno del 25%. Più lesioni ancora portano al percentuale di danno al 50%.
I tecnici Usa raccomandano di controllare diverse aree del campo, non un punto unico, per stimare meglio la percentuale di foglie perse a causa delle malattie, la cui diffusione, infatti, non è necessariamente uniforme.
Altro aspetto importante è quello di determinare la perdita fogliare/pianta valutando tutte le foglie della pianta stessa e non solo le due-tre più affette. Se una foglia è danneggiata al 25% e un’altra è integra si fa la media.
Una volta che si è stimata la percentuale di tessuto fogliare perso a causa delle lesioni da fitopatie si può utilizzare la figura riportata qui sotto per determinare la perdita potenziale di produzione.
Facciamo un esempio: una pianta di mais alla 12° foglia con 25% di superficie fogliare persa si può tradurre in una perdita potenziale di produzione minima del 2%. Ovviamente con il procedere dello sviluppo della pianta verso la fioritura questa percentuale è destinata ad aumentare: se alla fioritura il 25% di superficie fogliare è andata persa è lecito attendersi una perdita produttiva del 9%.
Se la media di danno è del 25% si è ancora in tempo per effettuare trattamenti. Se il danno stimato è del 50% alla fioritura o se si arriverà a questa percentuale in caso si sia deciso di non trattare, il calo produttivo può superare il 30%. Il messaggio è chiaro: è essenziale prestare particolare attenzione ai danni appena si vedono in campo per poter agire tempestivamente.