Primi due mesi 2017 all’insegna della stabilità per il mais
Mercato all’insegna della stabilità a febbraio per il mais nazionale.
Secondo un recente rapporto pubblicato da BMTI (Borsa merci telematica italiana) gli scambi limitati, anche per la debolezza della domanda per l’alimentazione animale, hanno di fatto impresso una sostanziale stabilità ai prezzi del mais italiano. I valori del prodotto standard (contratto 103) si sono mantenuti sulla soglia dei 170 euro/t (+ 1,3% su base mensile), registrando un incremento del +3,5% rispetto alla scorsa annata.
Nessuna variazione significativa anche per il mais di provenienza estera, con i prezzi rimasti sostanzialmente stabili rispetto a gennaio sia per il prodotto comunitario (-1%) che extracomunitario (-1%) rilevati sulla piazza di Milano. Il 2016 ha invece evidenziato un forte aumento delle importazioni italiane di mais, che, dopo la contrazione del 2015 sono tornate a crescere (+17,4% su base annua, pari a quasi 700.000 tonnellate), portandosi sui 4,5 milioni di tonnellate, vicine al record del 2014.
Segno «più» per tutti i principali paesi fornitori, con in particolare un +10% per l’Ucraina (da 1,1 a 1,2 milioni di tonnellate). In crescita anche l’import dallo Francia (+9%).
Unica eccezione il calo degli arrivi dall’Ungheria (-8%).
Scorte mondiali riviste al rialzo
Dopo il calo delle scorte finali previsto a febbraio. il report dell’Usda di inizio marzo ha rivisto a rialzo le stime, soprattutto per il mais (+5% rispetto all’anno precedente) per via della maggior produzione sudamericano previsto in crescita del 4% rispetto alla precedente stima (139 mioni di tonnellate contro le 133 stimate in precedenza).
Sul versante dei prezzi, le quotazioni del contratto futures sul frumento tenero presso la Borsa di Chicago, dopo una lenta crescita fino alla seduta del 15 febbraio (454,75 centesimi di dollaro/bushel), sono diminuite chiudendo il mese sui 424,75 centesimi di dollaro/bushel.
Segno «meno», nel mercato fisico, anche per il frumento tenero estero di provenienza nordamericana (North Spring), scambiato sul mercato italiano, sceso sui 275.5 Vt (- 1,2% rispetto o gennaio). Tenuto migliore per le quotazioni del contratto futures sul mais, rimaste sopra la soglia dei 360 centesimi di dollaro/bushel.
Mercato all’insegna della stabilità a febbraio per il mais nazionale.
Secondo un recente rapporto pubblicato da BMTI (Borsa merci telematica italiana) gli scambi limitati, anche per la debolezza della domanda per l’alimentazione animale, hanno di fatto impresso una sostanziale stabilità ai prezzi del mais italiano. I valori del prodotto standard (contratto 103) si sono mantenuti sulla soglia dei 170 euro/t (+ 1,3% su base mensile), registrando un incremento del +3,5% rispetto alla scorsa annata.
Nessuna variazione significativa anche per il mais di provenienza estera, con i prezzi rimasti sostanzialmente stabili rispetto a gennaio sia per il prodotto comunitario (-1%) che extracomunitario (-1%) rilevati sulla piazza di Milano. Il 2016 ha invece evidenziato un forte aumento delle importazioni italiane di mais, che, dopo la contrazione del 2015 sono tornate a crescere (+17,4% su base annua, pari a quasi 700.000 tonnellate), portandosi sui 4,5 milioni di tonnellate, vicine al record del 2014.
Segno «più» per tutti i principali paesi fornitori, con in particolare un +10% per l’Ucraina (da 1,1 a 1,2 milioni di tonnellate). In crescita anche l’import dallo Francia (+9%).
Unica eccezione il calo degli arrivi dall’Ungheria (-8%).
Scorte mondiali riviste al rialzo
Dopo il calo delle scorte finali previsto a febbraio. il report dell’Usda di inizio marzo ha rivisto a rialzo le stime, soprattutto per il mais (+5% rispetto all’anno precedente) per via della maggior produzione sudamericano previsto in crescita del 4% rispetto alla precedente stima (139 mioni di tonnellate contro le 133 stimate in precedenza).
Sul versante dei prezzi, le quotazioni del contratto futures sul frumento tenero presso la Borsa di Chicago, dopo una lenta crescita fino alla seduta del 15 febbraio (454,75 centesimi di dollaro/bushel), sono diminuite chiudendo il mese sui 424,75 centesimi di dollaro/bushel.
Segno «meno», nel mercato fisico, anche per il frumento tenero estero di provenienza nordamericana (North Spring), scambiato sul mercato italiano, sceso sui 275.5 Vt (- 1,2% rispetto o gennaio). Tenuto migliore per le quotazioni del contratto futures sul mais, rimaste sopra la soglia dei 360 centesimi di dollaro/bushel.