Stock cerealicolo mondiale elevato: prezzi sotto pressione
Le scorte cerealicole dell’anno commerciale in corso potrebbero salire al livello più alto degli ultimi trent’anni, in conseguenza di un aumento della produzione globale di frumento, che ha più che bilanciato il calo delle scorte di mais e di riso.
Questo quanto riporta un articolo del Financial Times secondo ll quale, nell’anno commerciale 2015/16, le scorte internazionali di cereali – compresi frumento e mais – hanno registrato una crescita del 2%, arrivando a 455 milioni di tonnellate, e segnando il picco record degli ultimi 29 anni (Fonte: International Grains Council – IGC).
L’elevato livello delle scorte cerealicole continuerà a pesare sui prezzi, che registrano forti cali, insieme ad altre commodity. Lo scorso anno, il mais è rimasto sostanzialmente sotto i 4 dollari a bushel, e oggi viene scambiato a 3,705 dollari a bushel, mentre il frumento si attesta intorno ai 4,73 dollari a bushel, dopo essere sceso, negli ultimi mesi, sotto quota 5 dollari.
Le scorte si sono accumulate nonostante una netta crescita dei consumi, “sostenuti da una forte domanda di alimenti e di mangimi”, ha dichiarato l’IGC.
Allo stesso tempo, il volume degli scambi di cereali è stato colpito dall’apprezzamento del dollaro, che ha ridotto il potere di acquisto di alcuni paesi in via di sviluppo. L’IGC ha posto l’accento su una contrazione delle spedizioni di frumento e di orzo dirette verso il Medio Oriente e il Nord Africa, che ha ridotto del 2% il commercio mondiale di cereali. Il livello delle scorte non è stato colpito dal calo della produzione di mais e di riso, ascrivibile ad alcuni paesi interessati dal fenomeno atmosferico del Niño.
In linea generale, la produzione cerealicola dovrebbe diminuire del 2%, a causa di una contrazione della produzione di mais. Secondo l’IGC, la produzione di mais dovrebbe registrare un calo di oltre il 5%, attestandosi a 959 milioni di tonnellate, in conseguenza di una minor produzione in Sudafrica e in India. Il consumo di soia dovrebbe aumentare del 3,5%, grazie alla forte domanda proveniente dalla Cina. Tuttavia, le scorte dei principali paesi esportatori dovrebbero aumentare di oltre un quarto, in conseguenza di una crescita delle scorte statunitensi. I coltivatori statunitensi di soia si trovano a dover far fronte a una forte concorrenza da parte del Brasile e dell’Argentina, e sulle esportazioni dovrebbe incidere negativamente anche l’apprezzamento del dollaro.
La produzione di frumento, che, nel 2015-16, dovrebbe aumentare di poco meno dell’1%, nell’anno successivo, dovrebbe diminuire del 3%, scendendo a 706 milioni di tonnellate.
Le scorte cerealicole dell’anno commerciale in corso potrebbero salire al livello più alto degli ultimi trent’anni, in conseguenza di un aumento della produzione globale di frumento, che ha più che bilanciato il calo delle scorte di mais e di riso.
Questo quanto riporta un articolo del Financial Times secondo ll quale, nell’anno commerciale 2015/16, le scorte internazionali di cereali – compresi frumento e mais – hanno registrato una crescita del 2%, arrivando a 455 milioni di tonnellate, e segnando il picco record degli ultimi 29 anni (Fonte: International Grains Council – IGC).
L’elevato livello delle scorte cerealicole continuerà a pesare sui prezzi, che registrano forti cali, insieme ad altre commodity. Lo scorso anno, il mais è rimasto sostanzialmente sotto i 4 dollari a bushel, e oggi viene scambiato a 3,705 dollari a bushel, mentre il frumento si attesta intorno ai 4,73 dollari a bushel, dopo essere sceso, negli ultimi mesi, sotto quota 5 dollari.
Le scorte si sono accumulate nonostante una netta crescita dei consumi, “sostenuti da una forte domanda di alimenti e di mangimi”, ha dichiarato l’IGC.
Allo stesso tempo, il volume degli scambi di cereali è stato colpito dall’apprezzamento del dollaro, che ha ridotto il potere di acquisto di alcuni paesi in via di sviluppo. L’IGC ha posto l’accento su una contrazione delle spedizioni di frumento e di orzo dirette verso il Medio Oriente e il Nord Africa, che ha ridotto del 2% il commercio mondiale di cereali. Il livello delle scorte non è stato colpito dal calo della produzione di mais e di riso, ascrivibile ad alcuni paesi interessati dal fenomeno atmosferico del Niño.
In linea generale, la produzione cerealicola dovrebbe diminuire del 2%, a causa di una contrazione della produzione di mais. Secondo l’IGC, la produzione di mais dovrebbe registrare un calo di oltre il 5%, attestandosi a 959 milioni di tonnellate, in conseguenza di una minor produzione in Sudafrica e in India. Il consumo di soia dovrebbe aumentare del 3,5%, grazie alla forte domanda proveniente dalla Cina. Tuttavia, le scorte dei principali paesi esportatori dovrebbero aumentare di oltre un quarto, in conseguenza di una crescita delle scorte statunitensi. I coltivatori statunitensi di soia si trovano a dover far fronte a una forte concorrenza da parte del Brasile e dell’Argentina, e sulle esportazioni dovrebbe incidere negativamente anche l’apprezzamento del dollaro.
La produzione di frumento, che, nel 2015-16, dovrebbe aumentare di poco meno dell’1%, nell’anno successivo, dovrebbe diminuire del 3%, scendendo a 706 milioni di tonnellate.